Ieri sera sono stata a Soho. Luci, colori
e trasgressione sono il “must” del quartiere. Un sacco di locali, di gente e di
musica. Ero con F., una ragazza conosciuta lo scorso mese alla scuola d’inglese.
Appena arrivate eravamo spaesate, la quantità di locali uno a fianco all’altro ci
metteva voglia di girarli tutti, però non sapevamo in quale entrare e da quale
iniziare. Cercavamo di sbirciare quello più carino, ma da fuori poco si vedeva
e soprattutto sembravano tutti davvero originali. La nostra incertezza è stata
presto risolta. Ci ha fermate un promoter invitandoci ad entrare nel locale per
cui stava lavorando con un semplice “free entry”. Nel frattempo, però, un
ragazzo ci stava litigando perché, a quanto pare, il promoter in questione lo aveva
scansato con uno “zitto gay”. Tra il seguire il tipo che promuoveva il locale e
l’altro ragazzo che sicuramente conosceva molto bene il posto, abbiamo
preferito questa seconda strada, convinte che ci avrebbe portato in
un locale “autentico” della zona. Mentre passeggiavamo con lui in direzione pub,
abbiamo fatto due chiacchiere e abbiamo scoperto un ragazzo simpaticissimo che
si è stupito di come noi eravamo libere da pregiudizi verso di lui. Un ragazzo
che in quell’ambiente si sentiva davvero sé stesso e libero di manifestare la propria
natura senza inibizione, andando anche oltre a quello che è lo stereotipo di
comportamento maschile. Ma quello era lui, la sua vera persona che si stava
esprimendo in un ambiente che non la faceva sentire estranea e imprigionata. Un
ragazzo coinvolgente, che appena entrate nel locale si è perso in balli
scatenati. Un ragazzo che sicuramente non rivedrò mai più, ma che mi ha fatto
piacere incontrare lungo questo percorso.
Presto, abbiamo conosciuto un altro ragazzo, parlava
un inglese fluente con una pronuncia piuttosto British che tutto lasciava
intendere fuori che fosse italiano, ma poco dopo abbiamo scoperto essere del
Bel Paese. Tuttavia, non ha ammesso l’Italiano nella nostra conversazione. Per
me è stato sicuramente positivo, perché parlare con la gente è il modo migliore
per fare pratica e migliorare l’Inglese, ma dietro la sua richiesta c’era una
certa avversione verso la terra natia e tutto quello che la riguarda, lingua
compresa. È stata una conversazione interessante, che ci ha portati al di là
del tradizionale “come ti chiami?”, “da dove vieni?”, “perché sei a Londra?”. Mi
ha aperto le porte della sua quotidianità, fatta di cose semplici, quelle di un
ragazzo qualunque, ma con a fianco un uomo. Mi ha raccontato che la sua
famiglia non conosce la vera natura della sua sessualità perché troppo “not
open mind”. È scappato da quella terra dove i pregiudizi della gente lo
inchiodavano in una vita in disparte ed emarginata, per approdare in un posto dove
si è sentito libero di essere quello che è. È fuggito da una famiglia che non
ha mai voluto vedere e comprendere la sua vera natura per non dover fare i
conti con quella che sarebbe stata, per loro, una delusione. Non ha resistito a quella
vita fatta di silenzi, di omertà e di falsità. Dove l’obiettivo dei genitori
era crescere un figlio e “sistemarlo”, prescindendo dal suo essere e dalle sue
necessità. Dove la mentalità è troppo chiusa per accettare l’omosessualità, per
non dare peso a “lui è gay”. Fuggire ha significato incontrare la libertà. Di
vivere. Di esprimersi. Di essere.
Questa serata in questo quartiere così “eccessivo” oltre
a farmi divertire un sacco mi ha portata a delle riflessioni non scontate.
I tuoi racconti mi fanno sempre un pò volare...è come essere li anch'io!!!
RispondiEliminaMi fa piacere;)
EliminaBel post! <3 ti aspetto da me per un nuovo post dedicato al passato. xoxo Donny di www.thefashionfordonny.com
RispondiEliminaSon passata;)
EliminaVery good Princi! I guess you 'll enjoy your new life in London this way every single day you will stay there! XXX adry.
RispondiEliminaI'm really enjoying every minute of this experience. It's amazing!!
EliminaYes, i'llI come to visit your blog. Thanks for visiting.
RispondiEliminaConcordo con la ragazza che ha scritto prima.. hai un modo di raccontare molto piacevole... ci immedesimiamo volentieri ;-D
RispondiEliminaThanks;)
Eliminami è piaciuto molto soho :) è un bel quartiere e come sottolinei anche tu è "senza preguizzi"
RispondiEliminainfatti, quindi puoi capire benissimo quello che ho scritto!
EliminaSono finita sul tuo blog perchè il mio soprannome è princi :))) molto carino! ciao Francesca
RispondiEliminaGrazie per la visita;)
EliminaQuanta voglia di viaggiare....grazie per questo racconto appassionante!
RispondiElimina;)
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