martedì 19 febbraio 2013

Un cliente del tutto eccezionale.


Il manager: “Puoi lavorare fino a chiusura stasera?”
Io: “Va bene”.
Il manager: “So che sarebbe il tuo giorno off, ma puoi lavorare anche domani sera?”
Io: “mmmm va bene, se necessario”.

Se la prima richiesta non mi ha scombussolato alcun piano, la seconda si. Eccome. Perché avrei dovuto avere due giorni di festa, ovvero sabato e domenica, e sarebbe arrivato Lui. In questo modo, invece, la sera del sabato avrei lavorato. Dopo aver sbuffato non poco, mi sono dovuta mettere l’animo in pace, perché così era stato deciso. E quando si tratta di lavoro, c’è poco da prendersela. Anche perché qui fanno presto ad assumerti, ma altrettanto poco ci mettono a lasciarti a casa. Per cui, un motivo del genere non poteva assolutamente essere una buona carta da giocare per dirgli di no. A risollevarmi leggermente ci ha pensato Lui. La sua idea di venire a cena con altri amici nel locale dove lavoro mi ha resa contenta di fargli conoscere anche questa parte della mia vita qui a Londra, il mio lavoro, i miei colleghi e l’ambiente in cui passo buona parte della giornata.
Così, quella sera, appena sono arrivata al ristorante ho prenotato subito un tavolo per loro. Ad un certo punto, mentre stavo lavorando, sono capitata vicino alla vetrata e con la coda dell’occhio ho notato qualcuno fuori che mi stava osservando. Ho alzato lo sguardo e ho visto Lui che, con un accennato sorriso sulle labbra, aveva gli occhi puntati su di me. Mi ha subito fatto l’occhiolino, come a dire “ehi sono qui, ti sto vedendo” e io ho percepito all’istante un leggero brivido di emozione. Non mi aveva mai vista in quella veste, per cui è stata sicuramente una sorpresa per Lui. Ma lo è stata anche per me, vederlo li seduto al tavolo e servirlo come se fosse un cliente qualsiasi era una situazione nuova, strana ma piacevole. Quando ad un certo punto dei clienti al tavolo vicino mi hanno chiesto delle cose e ci siamo messi a chiacchierare, Lui, che era girato di spalle, ha spostato la sedia e si è messo in una comoda posizione per assistere e monitorare la mia conversazione in inglese. 


Ora, però, vorrei comunicarvi il motivo per cui mi hanno chiesto di lavorare. L’ho capito soltanto la sera, arrivando al lavoro e non trovando una mia collega con cui avevo lavorato anche al turno del pranzo dello stesso giorno. Praticamente il manager, appena finito il sevizio, le aveva comunicato che era stata licenziata. Perché? Perché aveva fatto tardi al lavoro, invece di timbrare alle 12, ha timbrato dieci minuti dopo. E siccome non era stata la prima volta ma era risuccesso, lui ha deciso di licenziarla. Quindi io avrei dovuto coprire il suo turno. Ora, per carità, la puntualità è importante. Tuttavia, era una ragazza molto brava nel lavoro, sapeva stare ovunque e a me ha insegnato tanto quando ho iniziato a lavorare in questo posto. Per cui mi dispiace.
Questo è il rigore che c’è in questo paese, ma questo stesso rigore è forse la chiave che fa funzionare meglio le cose.


13 commenti:

  1. Che bello questo post. La prima parte fa un po' sognare, come una dolcissima, ma anche intrigante, scena film romantico (che poi quando parlavi con il tavolo vicino, secondo me c'era anche un bel po' di gelosia nell'aria!!! :-)))) ). La seconda perché, se pur dura, racconta una realtà fatta di regole e rispetto di esse. Forse per molti dura, ma inevitabile per il vivere civile. Mi dispiace per questa ragazza, il provvedimento pare esagerato, ma probabilmente solo ai nostri occhi e comunque e' una lezione di principio che le servirà per il futuro, sicura che, se e' intelligente come sembra, non si ripeterà più. Un abbraccio grande.

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    1. Il provvedimento è parso esagerato anche a me, tanto che non potevo crederci. Ma qui questo rigore è la normalità.

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  2. Ciao, anche io condivido tutto ciò che ha scritto mammapiky! Inutile riscriverlo! ^_^
    Ti seguirò! Mi piace il tuo blog!

    A presto!

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  3. Mamma mia...qui praticamente il "quarto d'ora accademico" è la normalità, se applicassero questo rigore un bel pò di gente rimarrebbe a casa. Però, pur ritenendolo anche io esagerato come motivo di licenziamento, per certi versi mi piace quest'idea dell'efficienza, della puntualità...magari funzionasse tutto così!!!

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    1. Qui sono stra-efficienti. Una cosa allucinante. Ci servirebbe un pò di questa efficienza per far funzionare le cose in un altro modo.

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  4. Ti sei risposta da sola Princi... è questo rigore che fa andare avanti le cose... non come noi qui...

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  5. Quando ci sono delle regole è giusto rispettarle anche perché a volte la mancata osservanza finisce per creare problemi. La parte prima è veramente magica. ^.^
    Lenù

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    1. Un pò di queste regole dovremmo applicarle anche in Italia.

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  6. Porca miseria che esagerazione!!! però forse noi ragioniamo da italiani e vediamo le cose diversamente...

    Senti, ad immaginare la scena di lui che ti guarda mi hai fatto sentire quei brividini di emozione che non provo più da almeno un decennio... aaaaahhhhh che bello, goditi queste bellissime emozioni!

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