lunedì 21 gennaio 2013

Soho... e la libertà di essere.



Ieri sera sono stata a Soho. Luci, colori e trasgressione sono il “must” del quartiere. Un sacco di locali, di gente e di musica. Ero con F., una ragazza conosciuta lo scorso mese alla scuola d’inglese. Appena arrivate eravamo spaesate, la quantità di locali uno a fianco all’altro ci metteva voglia di girarli tutti, però non sapevamo in quale entrare e da quale iniziare. Cercavamo di sbirciare quello più carino, ma da fuori poco si vedeva e soprattutto sembravano tutti davvero originali. La nostra incertezza è stata presto risolta. Ci ha fermate un promoter invitandoci ad entrare nel locale per cui stava lavorando con un semplice “free entry”. Nel frattempo, però, un ragazzo ci stava litigando perché, a quanto pare, il promoter in questione lo aveva scansato con uno “zitto gay”. Tra il seguire il tipo che promuoveva il locale e l’altro ragazzo che sicuramente conosceva molto bene il posto, abbiamo preferito questa seconda strada, convinte che ci avrebbe portato in un locale “autentico” della zona. Mentre passeggiavamo con lui in direzione pub, abbiamo fatto due chiacchiere e abbiamo scoperto un ragazzo simpaticissimo che si è stupito di come noi eravamo libere da pregiudizi verso di lui. Un ragazzo che in quell’ambiente si sentiva davvero sé stesso e libero di manifestare la propria natura senza inibizione, andando anche oltre a quello che è lo stereotipo di comportamento maschile. Ma quello era lui, la sua vera persona che si stava esprimendo in un ambiente che non la faceva sentire estranea e imprigionata. Un ragazzo coinvolgente, che appena entrate nel locale si è perso in balli scatenati. Un ragazzo che sicuramente non rivedrò mai più, ma che mi ha fatto piacere incontrare lungo questo percorso.
Presto, abbiamo conosciuto un altro ragazzo, parlava un inglese fluente con una pronuncia piuttosto British che tutto lasciava intendere fuori che fosse italiano, ma poco dopo abbiamo scoperto essere del Bel Paese. Tuttavia, non ha ammesso l’Italiano nella nostra conversazione. Per me è stato sicuramente positivo, perché parlare con la gente è il modo migliore per fare pratica e migliorare l’Inglese, ma dietro la sua richiesta c’era una certa avversione verso la terra natia e tutto quello che la riguarda, lingua compresa. È stata una conversazione interessante, che ci ha portati al di là del tradizionale “come ti chiami?”, “da dove vieni?”, “perché sei a Londra?”. Mi ha aperto le porte della sua quotidianità, fatta di cose semplici, quelle di un ragazzo qualunque, ma con a fianco un uomo. Mi ha raccontato che la sua famiglia non conosce la vera natura della sua sessualità perché troppo “not open mind”. È scappato da quella terra dove i pregiudizi della gente lo inchiodavano in una vita in disparte ed emarginata, per approdare in un posto dove si è sentito libero di essere quello che è. È fuggito da una famiglia che non ha mai voluto vedere e comprendere la sua vera natura per non dover fare i conti con quella che sarebbe stata, per loro, una delusione. Non ha resistito a quella vita fatta di silenzi, di omertà e di falsità. Dove l’obiettivo dei genitori era crescere un figlio e “sistemarlo”, prescindendo dal suo essere e dalle sue necessità. Dove la mentalità è troppo chiusa per accettare l’omosessualità, per non dare peso a “lui è gay”. Fuggire ha significato incontrare la libertà. Di vivere. Di esprimersi. Di essere.
Questa serata in questo quartiere così “eccessivo” oltre a farmi divertire un sacco mi ha portata a delle riflessioni non scontate. 

15 commenti:

  1. I tuoi racconti mi fanno sempre un pò volare...è come essere li anch'io!!!

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  2. Bel post! <3 ti aspetto da me per un nuovo post dedicato al passato. xoxo Donny di www.thefashionfordonny.com

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  3. Very good Princi! I guess you 'll enjoy your new life in London this way every single day you will stay there! XXX adry.

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    1. I'm really enjoying every minute of this experience. It's amazing!!

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  4. Yes, i'llI come to visit your blog. Thanks for visiting.

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  5. Concordo con la ragazza che ha scritto prima.. hai un modo di raccontare molto piacevole... ci immedesimiamo volentieri ;-D

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  6. mi è piaciuto molto soho :) è un bel quartiere e come sottolinei anche tu è "senza preguizzi"

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    1. infatti, quindi puoi capire benissimo quello che ho scritto!

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  7. Sono finita sul tuo blog perchè il mio soprannome è princi :))) molto carino! ciao Francesca

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  8. Quanta voglia di viaggiare....grazie per questo racconto appassionante!

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