giovedì 15 novembre 2012

Disagio o Confidenza? Aggiornamento.


Innanzitutto vorrei ringraziarvi per i consigli che mi avete dato ieri.
Stamani ho chiamato la mamma di E. Le ho spiegato tutto. Mi ha ringraziata tanto e mi ha assicurato che non avrebbe detto nulla al figlio, anche perché altrimenti lui non mi avrebbe raccontato più niente. Per lei è importante che lui si confidi con me, mi ha detto che le dice sempre che viene volentieri perché oltre ad aver imparato tante cose, con me si trova bene. Confermando quello che ho detto ieri, questa per me è una gratificazione immensa. Quando si crea un rapporto che va al di là della semplice ripetizione insieme è una grande soddisfazione.
Il bimbo le aveva accennato qualcosa e lei è già andata a scuola ma non ha trovato il prof. In realtà i racconti non combaciano molto, per cui dovrà indagare. Parlerà sicuramente con il professore. Probabilmente, questo comportamento del prof è dovuto al fatto che siccome spesso E. viene preso in giro dai compagni, allora lo fa cambiare nello stanzino da solo per evitare che negli spogliatoi succeda qualcosa. Però E. ci sta male e soprattutto non gli è stata data una motivazione da parte del prof, per cui si sente colpevole di qualcosa oltre che isolato. Agli occhi di tutti è lui che sbaglia, perché è lui che ci rimette. Aiutare un bambino non significa isolarlo e farlo “pagare” al posto degli altri. Invece di “punire” coloro che gli danno fastidio, ci fa rimettere lui. Il bimbo la vive come una punizione e questo atteggiamento peggiora il distacco tra lui e i compagni. In questo modo, quel prof, rafforza gli altri e sminuisce E. Credo che gli insegnanti, per essere chiamati tali, oltre che conoscere la loro materia dovrebbero saper educare i ragazzi ed essere in grado di gestire le problematiche anche personali degli studenti.
Se un bambino viene preso di mira dagli altri, è la fine. Perché i ragazzini sanno essere tanto insensibili quanto spregiudicati. E. sta attraversando un’età di passaggio dall’essere bimbo all’essere ragazzo. Questo percorso c’è chi lo attraversa più velocemente e chi, invece, necessita di tempi più lunghi. Ma un bimbo, a quanto pare, non può permettersi di rimanere indietro rispetto alle evoluzioni degli altri perché altrimenti viene denigrato. Tuttavia, E. per essere inserito nel gruppetto dei “furbi” non accetta di dover fumare con loro, perché ritiene che per essere “grandi” non occorre fumare e non per forza uno che non fuma è un “piccinaccolo”; E. gioca ancora, gli piace ritrovarsi a casa con un amico per giocare insieme; E. non ha la ragazzina, come invece hanno quei compagni “ganzi”. Però per loro “se non ce l’hai, allora sei gay”. Come se essere gay possa essere motivo di diversità.
Trovo che E. sia molto più maturo di chi per omologarsi agli altri scende a compromessi.



4 commenti:

  1. I bambini a volte sanno essere davvero spietati perchè non sono ancora capaci di fingere... povero E. tu sei stata in gambissima... in bocca al lupo per E.!

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    1. Sono contenta di averla chiamata, mi sento più sollevata. Temevo che si potesse risentire e invece ha apprezzato molto il mio intervento. L'ho fatto per E. perchè mi dispiace davvero tanto sapere che sta vivendo questo momento. Se il mio gesto può essere servito per aiutarlo, sono altro che felice.

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  2. ho letto questo post e quello di ieri.. bellissime riflessioni.. hai fatto bene a dirlo alla mamma..spero che si risolva il problema di E.. sono cosi crudeli i ragazzini nell'adolescenza... e il gruppo... è sempre una preoccupazione il gruppo... quando Dede avrà quell'età cominceranno le mie preoccupazioni...

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    1. Il periodo dell'adolescenza è davvero tremendo. Se un ragazzino è un pò più sensibile diventa difficile affrontarlo. Però penso che la vicinanza e l'intervento dei genitori sia importante.

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